Non sono supereroi, anche se stanno cercando di salvare migliaia di vite umane, non sono destinati alla vita eterna, anzi, sicuramente a morte e sofferenze, non sappiamo nemmeno piu' in quanti ne sono rimasti, dei 50 che inizialmente presidiavano la centrale di Fukushima, e che adesso si aggirano tra le macerie nell'intento di fermare l'inevitabile.
Sono loro , gli eroi, ingegneri, tecnici, e semplici dipendenti, che vogliono evitare l'irreparabile.
Nei loro occhi, si affollano le immagini di Hiroshima, consci di avere pochissime, se non nessuna possibilita' di rimanere in vita.
Di fronte alla collettiva irresponsabilita' degli alti vertici della Tepco e di quanti dovevano far rispettare i parametri di sicurezza , rimangono l'unica barriera ad un disastro di dimensioni apocalittiche.
Grazie ragazzi!
M. Malaguti
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